| Descrizione del personaggio fatta da lui medesimo | |
| Per tutti sono don Ciccio, il commissario: un mozzicone di sigaretta spento a un angolo della bocca, |
| Sono morto nitrendo come un cavallo in Serbia, a Skoplije, con indosso una giacca con il collo di vo |
| Della mia ritrosa follia s’accorse un mercante di tempo frenetico e miserando, che gli uomini chiama |
| Sono un senza famiglia, un Pinocchio di riviera, un garzone ciabattino con un volo di efelidi intorn |
| Io non abito un romanzo, ma un arcipelago di lettere. Da quando il Tribunale speciale per la sicurez |
| Considerate se sono un uomo: nudo, rasato, la pelle senza colore, gli occhi infossati, l’arco del ve |
| Dicono che quando brontolo rovinano sassi, se rido è come l’avviso di un ruscello e a vedermi sembro |
| Volevo crescere in fretta, ma mi fidai di una scorciatoia. Ero un giovane tenente, di stanza nello « |
| Avevo l’aria di un contadino siciliano: spalle robuste e vestiti scuri, passo rapido ma svagato e un |
| Il mio inferno è ubicato a Quauhnahuac, Cuernavaca, in Messico. È una sciara nera e rugosa, abitata |
| Alla Gestapo ci chiamano il «pilota fantasma». Non sanno mai in anticipo i nostri movimenti. Possono |
| Cambia il nero della tonaca o il rosso del fazzoletto, ma per il resto tutto tra noi è simile: medes |
| Vi basti sapere che mi chiamo Juan Pablo Castel e sono un pittore e un assassino. So per mestiere ch |
| Ebbi in sorte di passare immune tra le cose, senza toccarle. Per anni attesi la vita come si aspetta |
| Le donne che mi hanno frequentato ancora raccontano che quando sbattevo le palpebre facevo vento. Di |
| Il pensiero è come un’ulcera varicosa alla gamba. Prude, fa male. Così presi a grattarmi sino a fare |
| Indosso un’uniforme del Corpo Italiano di Liberazione, una vecchia uniforme inglese di colore kaki, |
| Il mio naso scende a becco sulla voce scontrosa, gli occhi hanno il colore di certe alghe e le sopra |
| Le donne pensavano fossi figlio di un saltimbanco e di una capra, di un prete, di uno zingaro… mi av |
| Vivo nel cuore cattolico d’Europa: l’Irlanda. Sono alta un metro e sessantotto, sessantatré chili di |
| L’Urbe è un anello di fuoco; i tamburi della pubblicità rullano; l’isteria percorre le strade; la te |
| È inverno. Siedo davanti allo stagno gelato di Central Park. Ho chiesto in giro, ma nessuno ha saput |
| Pacificare la terra; imprimere una forma e un ordine a tutte le cose: questo fu il capolavoro a cui |
| Cavalco per la pianura di Boemia. Basse cicogne simili ad avvoltoi mi volano accanto e tutto mi appa |
| Di me hanno sempre detto ch’ero un vecchio strano. Avevo la pelle del viso screziata dal sole, le ma |
| Abito in uno scantinato del tempo, a New York, un buco caldo dove tengo accese 1369 lampadine perché |
| Cammino come un venditore ambulante in bancarotta per cimiteri e vicoli che odorano di cavoli, a mar |
| Ho una virgola di capelli sulla fronte e da un lato, in verticale, l’impercettibile segno di una cic |
| La nostra è stata l’ultima avventura dell’infanzia. La fine dell’innocenza per un pugno di naufraghi |
| Quando passo nei cortili, la mia sottana di prete si solleva al vento come l’ala frusciante di una f |
| La mia camminata è da malandro: mani in saccoccia e colletto della camicia rialzato; gli occhi furbi |
| Mancavano due anni alla Grande Guerra quando fui soffocato di colpo, sulla piattaforma di un tram ca |
| Anche quando pascolavo pecore mi chiamavano il cittadino. Perché mia madre era morta nel consegnarmi |
| Io sono un rancore vivente. Un rumore di speroni. Un vecchio ricco e annoiato seduto su una poltrona |
| Lola, Dolly, Dolores: sono molti i miei nomi, ma per un quarantenne studioso di letteratura fui semp |
| Quando si nasce di venerdì, ma con i piedi nel sabato, come me, se si è allegri di dentro si è trist |
| Per lavoro, difendo canaglie. Sono un avvocato brillante e spregiudicato, con una moglie di borghese |
| Se, nell’attraversare un bosco di elci, olmi o carrubi o gelsi, vi parrà che sopra di voi salti da u |
| Nelle vecchie foto, porto il nome d’una stella e di un re, sono scuro d’occhi e di capelli e con zin |
| Appartenevo a una razza sanguigna e senza paura: una popolana di provincia, contadina, bottegaia, co |
| Indosso un cappotto militare senza bottoni, ho il naso camuso, gli zigomi angolosi, la barba fulva e |
| Per il mio amico Sal, il mio è un altro dei nomi che si possono dare all’irrequietezza. Nacqui sulla |
| Una telefonata; un corpicino mutilato nel bosco di Mägendorf; una promessa di giustizia a una madre |
| Dicono di me che non mi si può spiegare, basta sapere che esisto. Dicono che odoro di garofano e ho |
| Avevo il fisico di Porthos, il nome d’un altro moschettiere e l’abitudine di indossare guanti gialli |
| Gli uomini del mio villaggio mi chiamano «fiamma ardente», ma io so che il fuoco genera solo cenere |
| La sera, esco in giardino in redingote e stivaletti e dalla settecentesca balconata di una villa cer |
| Chiamatemi Mardou cuorefragile. Mardou piedevagabondo. Mardou che si mangia le unghie mentre ascolta |
| Nel mio elegante bigliettino da visita c’è scritto: signorina Holly Golightly, e poi, in un angolo: |
| Mi chiamavano così da quando facevo la terza ginnasio. Per via di quella passionaccia per l’inglese. |
| Se notate un’armatura bianca e senza graffi che, seduta sotto un pino, dispone pigne a forma di tria |
| Se qualche vostra nipotina sogna un paio di blucìnz e un giro in metró per Parigi, prima di decidere |
| Ho i capelli a spazzola, un maglione a righe e gli occhi azzurri, ma sono alto appena come un bambin |
| Sono avvolto da una coperta e sprofondato in una lurida poltrona che scricchiola, da cui sbucano ciu |
| Il mio ambiente è fatto di sale dalla luce cruda, e un odore familiare di gesso e talco, e movimenti |
| Quando hai perso tutto, ma solo quando hai perso veramente tutto, ti può capitare di incontrarmi, di |
| Sono lì, in mezzo al campo sportivo, a pochi metri dalla fine della maratona dei riformatori, in mag |
| La mattina che mi travolse quella locomotiva, mentre attraversavo il piazzale di smistamento della s |
| Che il tempo fosse andato fuori giri, ne avevo avuto spesso la sensazione. Piccole contraddizioni, i |
| Mara dice di avere gli occhi gialli, io li ho scuri, come i capelli. Lei è vivace, sgarbata e tenera |
| Da davanti la mia testa è un uomo vivo, da dietro un uomo morto, ha scritto il poeta Vicente Huidobr |
| La scheda che di me si conserva ancora negli archivi dell’Arma suona così: «Capitano Bellodi, nato a |
| Per le folle naziste sono stato un idolo delle onde corte. Per l’umanità un famigerato antisemita e |
| La mia pelle profuma di buccia di limone, e sono un tantino troppo grossa di fianchi, ma ho i gomiti |
| John non indossa vestiti di buona fattura come quelli che gli porta la madre in clinica, ma si ostin |
| Del mio caso ne parlano i giornali, e gli uomini sul traghetto che percorre la scura corrente del Ni |
| A Ferrara, tra vecchi, si racconta una leggenda: che dietro le Mura degli Angeli esistesse non molto |
| Sono salito a Milano alla maniera dei vecchi anarchici, con l’incombenza di far saltare in aria il t |
| All’Ospedale Mentale di Stato trafficavo dalle parti del ripostiglio delle scope. La mia storia la r |
| I miei denti sono gialli di tabacco, i baffi duri, la pelle olivastra, le labbra carnose; un occhio |
| Il presidente del seggio mi ha appena concesso una pausa, per una sigaretta e un po’ d’aria. Fuori p |
| Nome di battaglia: Milton, brigata di Mango, seconda divisione badogliana. Fisico asciutto, spalle i |
| Mi si può incontrare sotto ai portici della stazione di Bonn o nei corridoi della metropolitana, nas |
| Il mio indirizzo: via Pancrazio Pancrazietti. La città: una qualunque delle nostre malate metropoli |
| Avventuriero avaro e ambizioso, rivoltante baro della Storia, geniale amanuense e incisore, vittima |
| Per me la vita è sempre stata una danza senza senso. Segni di gesso sulla strada. Un sassolino nel p |
| Ci sono famiglie che somigliano a un vocabolario. A un catalogo di cicalecci e di figure rilegato a |
| In un baretto d’artisti di New York mi trovate al banco, a farneticare da solo e a bere gin e angost |
| Di notte sogno di essere ancora sulla torretta di casa Foppl, al 28° parallelo nell’Africa sud-occid |
| Ora vivo sulle coste della Calabria e di notte osservo le luci dell’isola che ho di fronte e che non |
| Poi veniva la brutta stagione. E la legna i miei abitanti dovevano portarsela a spalle, lungo scale |
| Consumo il tempo sempre in cucina, nella mia casa di campagna, tra fondi di caffè e mangime per i to |
| Se schiudete la porta di cedro, potete vedermi: sono disteso accanto a una ragazza che dorme, strett |
| La mia chaise-longue è sempre aperta sul ponte della chiatta. Vi siedo con un fazzoletto in testa e |
| Non si può dormire con tutte le donne del mondo ma bisogna fare uno sforzo. È un proverbio bahiano c |
| Per alcuni, i siciliani migliori sono quelli di poche parole. Io ero tra questi. Vittima di un matri |
| Sono io l’intruso, il mostro, il massacratore di una tranquilla famiglia del Kansas: l’uomo-bambino, |
| Ci sono molti modi di analizzare la propria vita, al microscopio. Per me, Elizabeth, o Liz, o Lizzie |
| In un logoro dagherrotipo sono ritratto come un generale spaventato, la camicia dal colletto duro e |
| Nacqui con gli occhi aperti e per il resto della vita conservai uno sguardo di brace accesa e il por |
| Arrivai un giorno distribuendo palle di vetro contro il mal di testa: un gitano barbuto dall’aria tr |
| Rubare mazzi di rose al cimitero per adornare la cameretta di un pensionato è un reato grave e inesp |
| Un capitano belga almanaccò il mio rimpatrio nel Romanzo con le carte dei tarocchi, un secolo dopo l |
| Di me dicono che sono un viaggiatore imprevedibile. Mi trovate agli interrogatori del quinto procura |
| Per me Jerushalajim è una città che si ripete, una piazza di Cesari e di Cristi, e delatori, stregon |
| All’alba, avanzo a passi veloci tra paesaggi conosciuti, sulle mura esterne del mio castello, a Hoch |
| La mia faccia allo specchio dà una prospettiva di fughe infinite: riflette altre facce che si rincor |
| All’inizio ero un uomo di fumo; alla fine, fui uno scompiglio licenzioso di parti anatomiche, l’ulti |
| Che la cultura non transiti più dalle aule delle università, se non per caso, è cronaca tragicamente |
| Di solito me ne sto al Caffè Commercio, nella sala dei due biliardi, con in mano un bicchiere di una |
| Se chiedete di me, a Ilium vi diranno subito: Billy Pilgrim? L’ottico svitato che dice di essere sta |
| «La purezza è l’inversione maligna dell’innocenza». Così scrissi con la mano sinistra in data 13 mag |
| Se passate dalle parti del petroso villaggio di Krasnoe, chiedete dell’isba di Nijura. Mi troverete |
| Nelle Ande centrali, la mia ballata continua a consegnarsi di bocca in bocca, tra i comuneros peruvi |
| Sono sulla linea di porta e aspetto il fischio dell’arbitro. Non so dove tirerà il mio avversario, s |
| Dicono che io sappia parlare otto lingue, che sia un genio della finanza, che abbia una laurea in me |
| Cominciai la carriera in un albergo di provincia, il Praga d’oro, avvolgendo forchette e coltelli ne |
| Le mie mani erano irrimediabilmente goffe e sempre sporche d’inchiostro. Per il futuro non avevano c |
| Qualcuno mi conosce come Henry Chinaski. Altri come Charles. Altri solo per il cognome, quello vero. |
| Mi nascondo nelle gole delle montagne intorno alla città di Kruja, sopra la pianura dove sono accamp |
| La prima volta che ho visto mio padre è stato nel parlatorio di un carcere. Da quella mattina mi ha |
| Siamo le due metà di uno stesso personaggio. L’imperatore dei Tartari è il Gran Sedentario: ha le ma |
| Tutto il mondo conosce la mia faccia scavata, la sagoma magrolina e pasticciona, i capelli dritti, g |
| La guerra è bbutta, un insulto che non si placa, un’epilessia senza redenzione. Io nacqui dalla viol |
| Il traffico dell’autostrada scorre incessante sulla mia testa. Fa ondeggiare l’erba incolta di quest |
| I testi ufficiali mi descrivevano come un minotauro di dimensioni spropositate. Non passavo dalle po |
| Catalogare molluschi terrestri e fluviatili su scrittoi gentilizi che sembravano il tavolo d’un sant |
| A volte, la mattina, mentre bevo una ciotola di latte e ascolto un po’ di musica su Radio Mil, mi pr |
| Sono fatto dell’acqua del Danubio. Delle favole dei Balcani. Della paura dei lupi che avevo da bambi |
| Anche se è notte, batto ancora forsennatamente con due dita su una vecchia Remington in un angolo di |
| «I cieli non sono umani», vi ripeto. E non lo è neppure ciò che è sotto e dentro di noi; non lo sono |
| L’uomo il cui nome è detto resta in vita: me lo ha confidato un santone arabo che incontrai per caso |
| Io, Tönle Bintarn, l’inverno lo porto già nel nome. Bintarn vuol dire infatti invernata, e questo fu |
| Seppure sia alto e magro, a tutti ho sempre dato l’idea d’una rustica robustezza. Ho pochi capelli e |
| Rue Simon-Crubellier, numero 11. Parigi, naturalmente: xvii arrondissement. Immaginatemi come un con |
| Da qualche tempo lavoro in una piccola locanda di una qualsiasi provincia dell’Europa occidentale. D |
| La nostra è una storia di teste scambiate, di specchi, di rovesciamenti; un transito di sogni e di r |
| Dall’aspetto mi direste un uomo all’erta: l’occhio acuto, la lingua agile, l’aria fiera e grande deg |
| Prendete i versi rovinosi e sfavillanti di un poeta arabo, un sanatorio della Conca d’Oro, l’anno su |
| È l’alba. Il bastimento del vescovo fa una sosta al porto mentre cantano i galli. Poi riparte. Io, S |
| Tra le tante incombenze di uno Stato totalitario c’è anche quella di archiviare i sogni dei suoi sud |
| Con le lancette e gli ingranaggi ci sapevo fare. Ma a Strelka, il mio paese di anitre e di capre, di |
| Che anche Dio fosse monco me lo aveva detto Padre Lourenço, il Volatore. Della sinistra, come Cervan |
| Il mio ultimo giorno fu una Pasqua senza resurrezione. Ero tornato come un anziano professore di let |
| Uno come me c’è in ogni prigione d’America. Io sono quello che vi può procurare qualsiasi cosa all’i |
| Con le parole, mi sono fatto una vita. A ventisei anni ho venduto il mio primo romanzo e ora sono un |
| La stirpe da cui provengo è illustre, ma immaginaria, e la gente dalle mie parti ancora si chiede co |
| Ci fu un tempo senza tempo, privo di orologi e di calendari, in cui esisteva un mondo magico ch’è fi |
| Di razza sconosciuta e sconosciuta origine, ero nero, con la testa quadrata, le zampe molto lunghe, |
| Il mio sorriso si spegne agli angoli della bocca; non ho più la forza di un giovane scoiattolo. Le c |
| Gli scacchi li avevo imparati nel seminterrato di un orfanotrofio, la Methuen Home di Mount Sterling |
| Ho una grande barba, le spalle curve, i vestiti marroni. Non porto occhiali né ho con me un bastone. |
| Anche il talento può tramutarsi in sventura se si fa dell’arte il solo metro della propria unicità. |
| Guardo nel cortile il muro della casa di fronte senza sapere cosa fare. Sono un chirurgo abituato a |
| In un giorno di pioggia, scesi da un vapore inglese al molo di Alcantara, dopo una traversata oceani |
| L’amore è una peste che manda in quarantena i battelli e ha gli stessi sintomi del colera. Io ne res |
| Mi vennero a prendere per una semplice formalità. Un uomo con i baffi, e uno con l’impermeabile; all |
| La mia giornata comincia con le lamentele di un acquirente e una violenta strapazzata da parte dei m |
| Sono un enfant de sable, una forma che cambia continuamente, esposta a ogni colpo di vento e agli um |
| Per alcuni, nelle notti serene dormo vicino a un bidone, in un vicolo non distante da Central Park: |
| Nacqui tra frattaglie di pesci e sciami di mosche, vicino al cimitero degli innocenti, nel luogo più |
| Se fossi diventata una scrittrice, disse di me mio nipote molti anni dopo la mia morte, avrei calpes |
| L’ultima volta che strizzai gli occhi a mia figlia fu mentre scaricavo la spesa sul nastro rotante d |
| Per nome ho una negraggine, uno dei tanti participi dell’abisso, l’eco di una storia secolare di cad |
| Del mio volto, si ricorda soltanto che aveva una consistenza cerea: occhiali con la montatura d’acci |
| Per rinascere devi prima morire. Ho-ji! Ho-ji! A noi bastò una caduta, un lungo volo acrobatico nell |
| La «dignità» è un demone curioso. Sono sicuro che ne converrete anche voi. Vi si può consacrare tutt |
| Solo gli scacchi possono dissipare la mia malinconia. O la mia scontentezza. Perché, come dissi una |
| Correre di notte per le strade a bucare le gomme è una gioia favolosa per l’anima e un ottimo allena |
| È il nome di un altro, ma non importa. Il mio l’ho perso in Europa, insieme al lavoro e al resto. Or |
| Di me, ne hanno scritto anche sui giornali. Sono il Conde, il signore dei fiumi, quello che se ne va |
| I delitti degli uomini buoni non si contano e, contrariamente a quanto si pensa, sono gli unici che |
| Alcuni mi ricordano come un bambino vanitoso, con una vestina di fustagno nero con l’orlo ricamato, |
| La guerra si sovrappose alla mia adolescenza come una calcomania. Lo appuntai in un lunario della me |
| Avevo due mani ch’erano due bestie calde e che ora mi gelano sui fili: i pupi cadono da tutte le par |
| Smisi di dormire per un amore impossibile e dopo sette giorni di veglia morii verso l’alba del primo |
| Di me si seppe quando le lucciole erano scomparse da un pezzo, e il sorriso complice e colpevole dei |
| Ascoltare è il pericolo maggiore. Venire a conoscenza. Essere messi al corrente. Non c’è riparo dall |
| Avevo piccole mezzelune sugli zigomi, come impronte di ferri di cavallo, e la pelle rovinata dallo z |
| Dalla cabina di un camion la vita è asfalto, e destino, e voci radiofoniche, e pensieri di donne. Un |
| Da vecchi anche la memoria può farsi colonia penale. Si comincia col sognare le spiagge praticate in |
| In un giorno di vento, la mia ombra la puoi scorgere su una pista di montagna, tra ginepri e pietris |
| Odoro di fritto più di don Ciccio Ingravallo; sono capace di tragediate memorabili, ho lo sguardo pr |
| Sono un fuoriuscito, un emigrato, un terremotato di Gibellina. Imparai il meccanico a Salemi, poi pa |
| Su un pianoforte, io c’ero nato. Su un pianoforte e sull’oceano. Mi aveva trovato un marinaio, nella |
| La mia leggenda c’è ancora qualche vecchio che la racconta, tra l’Oklahoma e il Sud Dakota. Avevo il |
| Leggere la mia storia è come ripartire da capo. Dal trasloco in cui fui partorito; dalla tenerezza d |
| Iniziai a fare spettacoli di strada a New York nel 1953. Tra la Centosedicesima e Broadway, vicino a |
| Per me il presente è un orrore inerte, una corsa idiota. Mi alzo alle cinque di mattina, mi lavo, mi |
| Fumo, nudo a una finestra, e guardo Marsiglia. Il porto. Mare e morchia. Sono rimasto solo io a ered |
| Quando scrissi il mio ultimo diario di bordo, a cinquantasette anni, ero ormai una vecchia bussola c |
| Dicono che sapevo di lavanda, di doccia appena fatta, di sudore fresco e biancheria intima. Se ti fo |
| Il mio corpo è quello di un uccello smagrito: la lanugine grigia dei capelli, il naso a becco, la pr |
| I morti sognano solo nelle notti di pioggia, «per il resto sono sognati». Io sono sognato solo da un |
| Al ristorante Vittoria, ordino sempre lo stesso piatto: una porzione di fegato di maiale saltato e c |
| Sono della stirpe degli hombre vertical: cappello a tesa larga con una penna rossa consumata nella f |
| Gli incarichi li ricevo per telefono. Dalla voce di un uomo che non ho mai visto. In cambio di un as |
| Se regolate la sintonia della vostra radio sulla stazione semiunderground wyyy-109 del Massachusetts |
| Vissi tempi in cui la vita era «piena di goal» e «si moriva meno per incidenti d’auto e più per un f |
| Il mio non è che un nome in questo tempo di celebrità e inesistenza. Sono uno scritturale ausiliario |
| Di me si dicevano molte cose, che fossi un vecchio bastardo, depravato e arteriosclerotico, colleric |
| Ero di pelle così chiara che mi chiamavano lo Svedese, nonostante in realtà fossi ebreo. Alto, biond |
| Sono di colore seppia forte, impiastrata di terra e di erba, di tempo e di tabacco, e dello sforzo d |
| La mia è la cicatrice più famosa di Hogwarts: un taglio a forma di saetta sulla fronte. Il segno di |
| Mia madre era una contorsionista brasiliana del Rio Grande do Sul, che lavorava per un circo italian |
| Dicono che la polizia ancora ci cerca. E che qualcuno, di tanto in tanto, avvista una Chevrolet Impa |
| Che le parole possano toccare, anche quelle taciute, essere preghiera e coltello, scavo e sudore, ap |
| Pensieri di colori diversi mi riempiono il cervello. Se me ne sto fermo davanti a una ciotola di tè |
| Sono nato sotto il cielo del Toro. Un albero di uomo, che capisce le mani e legge solo libri usati, |
| Dello scandalo che mi ha portato a vivere nella provincia del Capo, difficile che ne parli. Preferis |