Il mio non è che un nome in questo tempo di celebrità e inesistenza. Sono uno scritturale ausiliario di cinquant’anni e lavoro alla Conservatoria Generale dell’Anagrafe. Colleziono ritagli di attori, calciatori, vescovi e ballerine e ho l’indole spaurita e insicura di chi percepisce la vanità del suo movimento e soffre di vertigini.
Rimando sempre a dopo la cosa più importante, e temo ciò che desidero, ma non mi sono ancora rassegnato al mio timido e comune passare di mano. A volte mi sembra di essere come una nuvola che non ha mai bagnato la terra e di sentire intorno una fragranza di crisantemo e di rosa.
Sarà per questo che mi innamoro di donne sconosciute, per sfidare l’assenza e scippare quel poco di vita e di identità che mi resta.



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