La nostra è una storia di teste scambiate, di specchi, di rovesciamenti; un transito di sogni e di ricordi da un occhio all’altro, da una mano all’altra, e un passaggio di libri, di resoconti, di nozioni; una vicenda di panni smessi da un corpo e reindossati dal corpo gemello in un silenzio nebbioso. L’incontro fecondo tra un giovane gentiluomo, un veneziano rapito dai pirati e venduto alla corte di Maometto iv, con il suo padrone, il Maestro astrologo a cui era stato affidato. Due sosia perfetti. Tanto che alla fine sarà impossibile distinguere tra noi lo schiavo dall’uomo libero, lo scienziato dall’indovino, il biologo dall’ingegnere, l’artefice di giochi pirotecnici dall’esperto orologiaio, l’appestato dal sano, l’italiano dal turco, Venezia da Istanbul…
Un’antica faccenda, questa, tra Occidente e Oriente, di scoprirsi fratelli identici e complementari e in definitiva rimpiazzabili l’uno con l’altro.



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