Avevo due mani ch’erano due bestie calde e che ora mi gelano sui fili: i pupi cadono da tutte le parti, perdono voce. Se passo sotto la vostra finestra, non vi allarmate. Sono un vecchio oprante che tristemente si congeda.
Smonto il teatrino, ripongo con cura i legni e, alla fine, rompo la noce del collo al più derelitto tra gli eroi, al desdichado di cui esausto ho interrotto la storia. Non ci credo più. Perché viviamo in un tempo senza incanto, di babelico disamore, dove nemmeno per finta si può far vivere il buono e morire il maganzese. Non restano che orfanità irrisolte, e isole dello sconforto, e giorni neri di lutto e corruzione per l’incursione feroce del presente.
Tranne, forse, per un bambino che solo, nella piazza deserta, aspetta ancora di sapere come andrà a finire.



Scrivi il nome dell'autore del personaggio:

   
  1. HOME