Quando hai perso tutto, ma solo quando hai perso veramente tutto, ti può capitare di incontrarmi, di sponda, in piena notte, nel bar di una stazione di autobus, tra donne che non partono, e non riescono a dormire, e hanno voglia di bere. Io sono lì perché quello è l’unico bar aperto prima delle sei.
Sono una ragazza bassa di statura, pallida, con dei segni scuri sotto gli occhi. Ho l’aria stanca ma intelligente. Se mi siedi davanti, nemmeno solleverò il viso. Fumo sigarette francesi e non mi laureerò mai. Mi puoi offrire un caffè o un whisky, se ti va. Ma non ti fare strane idee perché non è facile attaccare discorso con me e scoprire il mio modo di guardare.
Solo quando mi alzerò per andarmene ti accorgerai della cadenza singhiozzante del mio passo. E non potrai evitare di pensare che la poliomielite che mi ha storpiata l’ha fatto in una maniera assai più perfida di quanto appaia da fuori. E che il mio silenzio ti brucia il sangue più di ogni parola.
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