Di notte sogno di essere ancora sulla torretta di casa Foppl, al 28° parallelo nell’Africa sud-occidentale, durante gli scontri del 1922 con la popolazione. Fisso le antenne della mia stazione di rilevamento e l’oscillografo che ho costruito. Aspetto che si manifestino nell’altoparlante gli strani disturbi dell’atmosfera che chiamiamo «sferici» e che furono intercettati per la prima volta durante la Grande Guerra. Una sequenza di suoni dalle frequenze basse, zufolii, vibrazioni cosmiche che appaiono solo in certe ore e hanno a che fare con il campo magnetico terrestre, ma nessuno sa cosa li produce. Fui mandato a studiarli appena uscito dal Politecnico di Monaco. Ero un giovane ingegnere biondo con un sorriso timido (che piaceva alle donne di una certa età), disgustato come ogni tedesco dalla sconfitta e dal trattato di pace e con un fastidio indefinito per il Sud.
Nei miei sogni, dalla cima di quell’avamposto bianco di un nostro ex protettorato torno a osservare molte cose: la mia vigliaccheria (sono «un buongustaio della paura»), l’aria malata delle palme, la mondanità sfrenata e decadente che mi circonda, la depressione che avverto nella mia anima. Mi avvolge un odore penetrante di acqua di colonia. Vedo senza essere visto: le albe madreperlacee, gli occhi artificiali delle donne, i loro négligé, gli scudisci di pelle di rinoceronte, le piste da ballo, le file di indigeni impiccati, i grammofoni, i lampadari, l’enigma accecante del sole, il vapore giallastro della sabbia sopra il Tropico del Capricorno.
Un paesaggio monotono, grigio, arido, fatto di macchie d’erba, di fossati, di sterpaglia, di case coloniche in stile barocco… Festa e sangue; party e assedio. Una formula eterna. Tutte le notti mi ci reimmergo con entusiasmo. Finché non mi accorgo delle macchie viola che lo scorbuto disegna sulle mie gambe. Sento d’avere le gengive irritate, i muscoli svigoriti. Nelle orecchie mi sale come un ronzio di mosche: il rumore sordo dei genocidi e del razzismo di ogni tempo e latitudine, il fruscio del veld, il passaggio di nibbi neri nel cielo, l’urlo delle iene brune… tutti i suoni di questa villa: gli accordi minori di un tango, un fox-trot, un valzer, un canto funebre.
Scrivi il nome dell'
autore
del personaggio:
Our Partner
https://sbcnep.org/
https://www.btsuk.org/
https://www.jamosolutions.com/
https://www.halifaxregional.org/
https://www.chevallierlaspales.com/
https://www.dome-restaurant.com/
https://www.gc32worlds.com/
https://www.thesamestreamchoir.com/
https://www.maxhead.org/
https://pmkisanstatus.org/
https://www.saintspap.org/
https://www.samuraisushihibachi.com/
https://kraimoriebeach.com/
https://recoverysociety.org/
https://www.britishcouncilonline.org/
Supported By:
HOME