Dalla cabina di un camion la vita è asfalto, e destino, e voci radiofoniche, e pensieri di donne. Una luce livida. Il senso che anche l’amore è solo uno scontro di solitudini, un silenzio, una deriva. E non c’è nessuno che si salvi, neppure il tuo migliore amico. È la strada che insegna. È la strada che ti porta.
Queste cose io le sapevo. Che la strada è una malattia, e una dannazione, e una libertà. Eppure anche così, a starmene al volante tutto il tempo, la mia vita restava ferma e intollerabile: i ritorni a casa, l’indifferenza delle figlie, l’infelicità di mia moglie, le pretese di un’amante, il pendolarismo quotidiano dalle prostitute.
A far saltare il tavolo fu una donna più sola e più dura di me, una che non mi avrebbe mai subito. Perché con Tonia non c’erano più maschi né femmine. Solo un desiderio ruvido. E la propria, inconsolabile, vulnerabilità.
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